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No, stiamo dicendo che più di quanto ci aspettassimo il mondo del calcio ha preso posizione ancor prima dello svolgimento dell’autoproclamato referendum sull’indipendenza della Catalogna e ancor prima della reazione del governo Rajoy che ha mandato la Guardia Civil a picchiare la gente nei seggi. Tanti rischiosi incontri tra tifosi di club che supportano istanze differenti e tante altre prese di posizione arriveranno di sicuro nei prossimi giorni e nei prossimi mesi. Infatti, già il 20 settembre, a dieci giorni circa dal voto, il Barcellona emette un comunicato ufficiale in cui si parla di libertà di espressione, di diritto di decidere e di condanna verso qualunque azione che lo possa impedire: da Madrid stanno arrivando segnali sempre più intransigenti, si è già usata la polizia per sequestrare documentazioni, anche se il referendum viene definito una farsa, e allora la società blaugrana prende le difese di quelle che presumibilmente sono le idee dei suoi tifosi, nonché soci.
Lo spezzatino prevede per domenica 1° ottobre il Las Palmas ospite al Camp Nou con fischio di inizio alle ore 16:15. La squadra delle Canarie chiede alla Federazione di poter giocare con una piccola bandiera della Spagna e la data 01-10-2017 cucite sulla maglietta, sulla destra, all’altezza del petto; nel comunicato si legge: «Crediamo nell’unità della Spagna». Non sappiamo se il 1° ottobre 2017 segnerà l’inizio del processo di separazione tra Spagna e Catalogna, se questo processo lascerà vittime sul selciato o se tutto rientrerà nell’alveo della politica. La Federazione, contravvenendo anche lei al dettame ipocrita -sbandierato spesso anche dalla FIFA- secondo cui sport e politica vanno tenuti separati, dà l’ok alla richiesta del Las Palmas la sera di sabato 30 e, giusto per far capire da che parte sta, il giorno dopo non ravvisa gli estremi per rimandare il match, come richiesto dal Barcellona, nonostante ci siano incidenti in varie parti della città. Bella prova per l’esordio di campionato dei nostri piccoli Indiani della Under 12 che sabato 9 Aprile, in un susseguirsi di inning mozzafiato, sito maglie da calcio a poco prezzo hanno vinto per 16 a 3 contro i coetanei del Modena.
C’è in Europa un precedente, relativamente fresco, di conflitto in cui il mondo dello sport, in generale, e calcio e basket, in particolare, hanno fatto da detonatore e al tempo stesso da cassa di risonanza: quello che, al prezzo di migliaia di morti, portò allo smembramento della Jugoslavia a partire dal giugno 1991. Nel gennaio del 1992 la Spagna e tutta l’allora Comunità Economica Europea si schierarono a favore dell’indipendenza di Slovenia e Croazia, anche perché l’apertura dei mercati fino a poco tempo prima bloccati dal socialismo reale era un must per le democrazie occidentali dell’epoca. Di una cosa, però, siamo certi: il terreno verde non rimarrà al di fuori di questo processo e non stiamo parlando del fatto che la Liga, se Real e Barça si separassero, avrebbe meno appeal… Però, se non ci fosse stata la Circumvesuviana nella mia vita, quante cose sarebbero diverse. La “Partita di calcio Bambinisenzasbarre” fa parte delle iniziative all’interno della campagna nazionale di sensibilizzazione “Non un mio crimine, ma una mia condanna. Ma è a numero chiuso e l’accesso è riservato a chi ha fatto delle ottime scuole dell’obbligo, che sono private. Non poteva mancare l’attore James Franco, produttore di The Director, che ha fatto tappa nella Capitale prima di arrivare a Venezia per presentare il film The sound and the fury.
Fatto sta che, col passare dei giorni, uno dei più rappresentativi giocatori del club, Piqué, esce allo scoperto e dichiara espressamente la sua volontà di recarsi alle urne per votare sì all’indipendenza. Così la giornata tipo di uno studente universitario medio sarà all’insegna della produttività: uscirà di casa alle 7, lavorerà fino alle 18 e dalle 19 alle 23 andrà in facoltà. Se i genitori dei ragazzini di quella società anziché minacciare di ritirare i bambini dai corsi lo facessero veramente motivando la cosa con il tesseramento del giocatore con i baffetti da Hitler (Almeno così mi sembra dalle foto) vedrai quanto tempo ci metterebbe la società (che vive su quei tesseramenti )a fare marcia indietro ..purtroppo in Italia si parla e poi non si fanno nemmeno le cose minime.. Per ovviare a questo problema molti contratti di lavoro prevedono un salario più basso, ma spese universitarie pagate, anche perché qui non esiste il concetto di “lavoretto” per come lo intendiamo in Italia. I diritti dei grandi iniziano dai diritti dei bambini”, per promuovere dal 20 novembre al 20 dicembre la “Carta dei figli dei detenuti” rinnovata lo scorso settembre dal ministro Orlando, dalla Garante dell’Infanzia Albano e da Bambinisenzasbarre e per portare all’attenzione il tema dei 100mila bambini che in Italia entrano ogni giorno ogni anno in carcere per mantenere il legame con i propri genitori, e che oggi vedono riconosciuti i propri bisogni trasformati in diritti.
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