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Si celebrano gli anni Sessanta su Sky Sport Uno, programmazione amarcord per un decennio significativo anche nel calcio italiano. Per il primo anno di collaborazione con l’azienda nipponica Mizuno, la Lazio ha pensato di realizzare una prima maglia semplice, ma di sicuro effetto. Ecco perché la ricerca della maglia di calcio più bella impiega ogni anno lo studio di tantissimi grafici e designer. Ogni anno il perfetto bilanciamento tra tradizione e innovazione, tra nuove tendenze e remake d’annata, porta sul podio la Premier League anche dal punto di vista estetico. Lo ha fatto con la solita sobrietà, ritornando per una sera alla tradizione attraverso le strisce verticali che per decenni hanno reso iconica la maglia della Juventus. L’unico modo per non continuare a sbagliare è probabilmente quello di non cambiare mai più, lasciando alla crociata il ruolo di identificare il Parma nei decenni futuri. Gli sponsor tecnici sono stati scelti per dimostrare al resto della Serie A fino a che livello di snobberia potessero arrivare, compiendo scelte sempre più ardite. Due tonalità di rosa creano strisce verticali e un gioco di chiaroscuro, mentre colletto, sponsor e loghi sono in nero.

Creare dei kit da gioco utilizzando l’intelligenza artificiale. Ne è nato Y-3, che ha collaborato ancora con il Real Madrid nel 2021/2022, creando un kit per il 120º anniversario, e nella passata stagione, e nel 2024 ha messo mano anche ai kit del Giappone, Paese natale del leggendario stilista. Il logo, ad esempio, messo a spezzare le due linee nere, ma anche il colletto classico e i bordi neri, che non si limitano alle maniche, ma anche al finale della maglia, che senza quella striscia nera forse sarebbe stata troppo bianca. Forse è solo un’impressione, ma sembra che anche la sua caduta sui corpi (certo, corpi molto in forma) sia stata molto curata: in definitiva, è davvero difficile trovare un giocatore della Lazio a cui sta male questa maglia. Ma se la prima maglia prova a portare direttamente la pelle del serpente sul corpo dei giocatori, la seconda fa un tentativo più minimale e forse anche più elegante. L’ultima indiscrezione è sulla Juventus e il ritorno del rosa sulla prima maglia, mentre il sito specializzato Footy Headlines ha anticipato lo stile delle future strisce dell’Inter. La scelta di Macron, azienda bolognese che ha esportato ormai il proprio marchio in tutto il mondo, in relazione alla prima maglia è stata all’insegna del vintage, ma anche della modernità.

È invece una maglia ambiziosa, che si prende molto sul serio, come d’altra parte fa sempre il Genoa con tutto ciò che ha a che fare con la sua storia. Un colore così particolare da elevarsi a simbolo di un’intera città, storia d’amore cucita su una maglia da gioco. Colpa del computer dell’azienda trevigiana che randomizzando il proprio logo ha creato dei curiosi reticolati simboleggianti la croce uncinata nella parte superiore della divisa di gioco. Sulla parte superiore del busto e sulle spalle il pattern è molto simile a quello che in Italia abbiamo apprezzato per la terza maglia del Milan, però tono su tono. Il prezzo finale dell’asta è stato tre volte superiore a quello che si aspettavano e la persona che ha acquistato la maglia rimane un mistero, poiché l’acquirente si è dichiarato anonimo. La texture infatti riprende quella già utilizzata dalla società friulana negli anni ’80, con una base bianca sulla quale si apre un vero e proprio rombo all’altezza dell’area dedicata allo sponsor principale, che proprio come avveniva più di 30 anni fa è stato riproposto in una particolare colorazione verde.

Il tricolore andrà ad arricchire il viola intenso della maglia rigorosamente tessuta dai mastri fiorentini su cui spicca già un giglio modulare inserito in un rombo perfettamente equilatero, ssc napoli maglie come se fosse stato disegnato da Munari. Il tutto suggellato da un tricolore francese sul petto. La scritta Milan come il marchio del brand sparato a lettere cubitali sul petto – Fendi, Gucci, Balenciaga. Una tenuta amaranto, con la scritta celebrativa “Highbury 1913-2006” sotto il logo e sulla schiena. Colore bianco, stemma extralarge sul petto e inserti in contrasto sotto il colletto e sulle maniche. La maglia away del West Ham, come anticipato sopra, è la vera musa ispiratrice della vittoriosa annata 1980. Anche in questo caso scompare il colletto a polo, ricollocando e abbinando il claret & blue al busto totalmente bianco, grazie alla moderna scollatura a V. Sulle spalle scorrono due strisce azzurre con i loghi di Umbro, mentre l’orlo delle maniche riprende il design della scollatura. Merito sia dello sfondo blu come il mare che bagna la città di Genova, sia dell’iconica sequenza di strisce rossa e nera incastonate tra le due bianche. Sono senza fronzoli, bianche con un bordino viola a ricordare la scomparsa e una grossa banda orizzontale a contenere lo Sponsor, come ai tempi di Antognoni.

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